Il lago Pleistocenico della conca aquilana Quel ramo del lago Pleistocenico della conca aquilana che volgeva a nord-est e che oggi non è altro che un'arida valle dalla tipica erosione glaciale, il cui fondo però, è coperto da un verde smeraldo di ubertosi prati e, nel quale scorrono placide le poche acque del torrente Rajale, è il nostro studio su Paganica perchè è da quella costa che prese vita e origine la sua antica stirpe, veramente forte e gentile. Certo che uno spettacolo meraviglioso doveva presentarsi all'occhio umano alla vista di quel vasto e azzurrissimo lago che, aveva una quota di 850 m. di livello altidutinale dopo la fase della orogenesi alpina e prima ancora che le acque iniziassero l'attività erosiva alle gole di S. Venanzio presso Raiano. In breve: tutta l'attuale conca aquilana conteneva quel grande lago. Si estendeva da S. Giovanni Cagnano alle gole di S. Venanzio bagnando le odierne località di: Madonna del Ponte, Arischia , Assergi, Paganica, Barisciano, S. Pio delle Camere, Colle Pietro, Caporciano, S. Nicandro, Fagnano Alto, Acciano, Gole di San Venanzio, Castelvecchio Subequo, Goriano Sicoli, Gagliano Aterno, Secinaro, Villa S.Angelo, S. Felice d'Ocre, Bagno grande, Pianola, Poggio di Roio, Poggio S.Maria, S.Croce di Lucoli, Villa Grande di Torninparte, Colle Castagna, Scoppito, S.Maria delle Spiagge, S.Marco, Basanello, Colli e S.Pelino. Poi a seguito della erosione delle acque, gradatamente si abbassò il livello defluendo dalle grandiose cascate delle Gole di S.Venanzio nell'altro grande lago del bacino sulmontino posto a quota più bassa di circa 400 m. ma, sbarrato anch'esso dalla rocciosa barriera dei Tremonti presso Tocco Casauria. L'erosività col passare dei millenni portò le acque al livello villafranchiano con la scomparsa del ramo di S.Pio delle Camere e di Navelli; si abbassò sulle alture di Monticchio, Poggio Picenze, Vascapenta,ecc.; Il monte di Bazzano usci dalle acque con forme di grossa balena. Intanto un'altra vergine barriera fatta di rocce più dure: quella della madonna d'Appari che conteneva le acque più alte e più pure del Gran Sasso, divenne cascata a sua volta . Le acque vi defluivano, erodendo la roccia, con un nuovo spettacolo di natura offerto all'uomo che intanto era comparso sulle sue alture e su quelle della costa orientale del lago Pleistocenico. Questo testo è tratto dal libro "Paganica attraverso i secoli" di Don Ercolino Iovenitti